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Lo spettacolo, ispirato all'omonimo scritto dell'architetto Rem Koolhas, mette in scena una serie di episodi urbani simbolo del manhattanismo, una teoria inespressa poiché troppo ambiziosa. Delirious New York è un manifesto retroattivo di Manhattan: Koolhaas sostiene che la griglia architettonica della città non vada analizzata studiando i palazzi che la compongono, ma indagando la psicologia di chi li ha costruiti. Alla base del delirio architettonico di New York è quindi l'immaginazione, che viene qui usata come collante degli episodi urbani messi in scena. Il pubblico è testimone di un patchwork teatrale di immagini che irrompono in un processo di associazione libero e personale affidato alla mente del singolo spettatore. Lo spettacolo cela un’indagine sul comportamento umano all’interno della città contemporanea: a dividere la scena sono quattro persone che pur parlando la stessa lingua o lingue diverse non riescono a comunicare fra loro. Nonostante l'incomunicabilità, continuano comunque a parlarsi, a raccontarsi e a raccontare cercando di ottenere qualcosa da questa situazione senza preoccuparsi troppo di come. A emergere è un dubbio: che l’alacrità con cui cercano di soprassedere a questa incomunicabilità sia una metafora del loro desiderio d’identità? La domanda rimane aperta, ma il punto di partenza resta un testo di architettura contemporanea che come nessun altro è riuscito a introdursi nella genesi di una città mitologica come New York City.

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Rem Koolhaas
Nato nel 1944 a Rotterdam, diventa giornalista per il Haase Post e inizia a realizzare vari script cinematografici. La sua scrittura lo rende famoso ben prima dei suoi edifici. Dopo gli studi alla Architecture Association School di Londra nel 1972, riceve la Harkness Fellowship per viaggiare e studiare negli Stati Uniti D’America. È in questo periodo che scrive Delirious New York, un testo che i critici definirono subito un classico dell’architettura della società moderna. Nel 1975, sempre a Londra, fonda l’Office for Metropolitan Architecture (OMA) con Madelon Vriesendorm, Elia e Zoe Zenghelis. Con OMA realizza una serie di edifici che entrano nella storia recente dell’architettura come il nuovo Teatro Olandese a Hauge, la casa della musica di Porto e il nuovo campus all’Illinois Institute of Technology di Chicago. Attualmente, il suo studio ha sedi a Rotterdam, New York, Beijing, Hong Kong e Doha. Più recentemente, Rem Koolhaas è direttore di “Fundamentals” mostra della Biennale di Venezia, sezione di Architettura presentata nel giugno 2014.

anno

2010

durata

0:53:00.0

genere

teatro

credits

di OHT | Office for a Human Theatre

idea Filippo Andreatta
drammaturgia Filippo Andreatta e Ilaria Mancia
di e con Filippo Andreatta, Fiora Blasi, Sara Rosa Losilla, Patric Schott
> set-design Filippo Andreatta
disegno luci Arnaud Poumarat 
tecnico luci Jacopo pace
produzione OHT, Fondazione Caritro, Provincia Autonoma di Trento
coproduzione Inteatro
residenza Centrale Fies, REACT! > Santarcangelo dei Teatri

storia produzione

27-28.II.2007 Venezia, CZ95 
03-05.X.2008 > Rovereto, Manifesta 7 - parallel events 
19.II.2010 Trento, Teatro Cuminetti - CSC
17.XII.2010 Santarcangelo, Teatro del Lavatoio, 
06.IV.2011 Venezia, Teatro Fondamenta Nuove, 
20.VII.13 San Sepolcro, Kilowatt Festival
29.I.14 Rovereto, AltroPalco
07-08-09.XI.14 Roma, museo MAXXI
12-13-14-15.II.15 Milano, APACHE Teatro Litta
15-16-17.IV.16 Genova, Teatro della Tosse
20-21.IV.16 Milano, Triennale Teatro dell'Arte
22-23.IV.16 Rivoli, Castello di Rivoli museo d'arte contemporanea

numero repliche

24