contenuto

Catastrofe è una parola legata alla tragedia greca, indica il rovesciamento della storia che scioglie la trama e porta alla catarsi. Se nella tragedia greca la tracotanza umana, che porta alla catastrofe, si declina nei confronti del divino, in 19 LUGLIO 1985 l’hýbris umana si compie nei confronti del paesaggio alpino. Qui la catastrofe è letterale; è il rovesciamento del fango biancastro depositato nei bacini di decantazione che ha spazzato via la val di Stava. Il vuoto, lasciato dalla colata di fango, materializza l’irrappresentabilità di questa tragedia. L’unica possibilità è il coro perché, fin dalla tragedia greca, è una dichiarazione di guerra al naturalismo in arte. All’interno di questa battaglia, 19 LUGLIO 1985 diventa una tragedia che si svolge nello spazio anziché nel tempo; un’installazione. La scena si scompone in infinite direzioni e cristallizza i suoi movimenti congelandoli nell’istante iniziale e quello finale. Il coro diventa uno spettro che canta Lux Aeterna, i cui canoni musicali si modulano in ritmi e tempi dissonanti diventando una massa sonora densissima e priva di una direzione precisa, esattamente come la colata di fango: densissima e priva di una direzione precisa.

read-more READ MORE read-more

Disastro della Val di Stava
Fu un'inondazione di fango che si verificò alle 12:22:55 del 19 luglio 1985, nella Val di Stava in Trentino. L'inondazione fu causata del cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera del monte Prestavel, che causarono la fuoriuscita di circa 180.000 m³ di fango che travolsero violentemente l'abitato di Stava a una velocità di circa 90Km/h per un tragitto di quasi 4,2Km. 03 alberghi, 53 case, 06 capannoni e 08 ponti vennero distrutti. Morino 268 persone, di cui 28 bambini sotto i 10 anni, 31 ragazzi con meno di 18 anni, 120 donne e 89 uomini. In oltre 20 anni di attività precedente alla catastrofe, i bacini non furono mai sottoposti a serie verifiche di stabilità da parte delle società concessionarie o a controlli da parte degli Uffici pubblici della Provincia Autonoma di Trento cui competeva l'obbligo del controllo. La Commissione ministeriale d'inchiesta accertò che "tutto l'impianto di decantazione costituiva una continua minaccia incombente sulla vallata. L'impianto è crollato essenzialmente perché progettato, costruito, gestito in modo da non offrire quei margini di sicurezza che la società civile si attende da opere che possono mettere a repentaglio l'esistenza d’intere comunità umane."

anno

2020

durata

0:40:00.0 in loop

genere

installazione performativa

credits

19 LUGLIO 1985
una tragedia alpina

> installazione di OHT | Office for a Human Theatre

> Lux Aeterna di György Sándor Ligeti
> Again – after ecclesiastes di David Lang
> 'ndormenzete popin canto di montagna

> regia, scena e testo Filippo Andreatta
> drammaturgia Marco Bernardi
> corifeo, musiche e suono Davide Tomat
> scenografo associato Alberto Favretto
> luci William Trentini / Veronica Varesi Monti
> responsabile palcoscenico Viviana Rella
> best-girl Letizia Paternieri
> assistente regia Veronica Franchi
> video Armin Ferrari
> produzione e amministrazione Laura Marinelli
> promozione e distribuzione Laura Artoni
> esperto giardiniere Cleto Matteotti
> tecnico del suono Claudio Tortorici
> sviluppo elettronico e automazioni Enrico Wiltch
> animale guida il Cervo

> produzione OHT
> co-produzione Romaeuropa Festival, Centro Santa Chiara Trento
> residenza artistica Centrale Fies art work space
> con il contributo di Fondazione Caritro, Provincia Autonoma di Trento
> con il patrocinio della Fondazione Stava 1985

> installazione co-prodotta da Centrale Fies art work space

storia produzione

dal 17.VII.20 al 08.VIII.2020 Dro, Centrale Fies

numero repliche

40